STORIA DELLA VILLA

A  Villa Sizzo de Noris puoi vivere un'esperienza unica in un fascinoso viaggio a ritroso nella storia. Una volta attraversato il portale d'accesso, cerca di riconoscere i molteplici stili architettonici che rendono unica questa antica dimora. 

Il fabbricato a forma di ferro di cavallo è composto da un corpo centrale e due laterali.

Prova a individuare l'edificio che risale alla fine del '400. Certo, la facciata medievale, arricchita da una coppia di bifore veneziane, dalla targa coi versi danteschi tratti dalla Divina Commedia. Sulla facciata sono presenti diverse formelle, tra le quali lo stemma della famiglia Perotti, con un albero di pero sormontato da due stelle, e il leone di San Marco.
 Medioevo
Ammira la facciata con bifore gotiche e l'iscrizione dantesca tratta dalla Divina Commedia, che cita il nome della famiglia Sizzo, con probabili origini toscane.
 
LO CEPPO DI CHE NACQUERO I CALFUCCI
ERA GIA' GRANDE E GIA' ERAN TRATTI
A LE CERULE SIZZII ED ARRIGUCCI
Paradiso, Canto XVI, versi 106-108
lo stemma
Cerca con lo sguardo l'antico stemma nobiliare della famiglia che campeggia in varie parti del complesso. E' suddiviso in quarti che rappresentano due aquile opposte e due imbarcazioni pronte a salpare. E' sovrastato da una corona simbolo del titolo nobiliare di conti concesso nel 1654 dall'imperatore Ferdinando III e dall'imperatrice Maria Teresa d'Austria nel 1774.
'600 - '700
Apice del prestigio politico
Già nel '600 i conti Sizzo la eleggono a residenza estiva. Ma è nel '700 che diventa una vera dimora signorile. Ingrandita e impreziosita negli arredi, con ampie sale decorate finemente e riscaldate da grandi camini in marmo. Tutto riflette il prestigio politico di Cristoforo Sizzo, eletto Principe Vescovo di Trento (1706-1776).
'800
Il loggiato neoclassico
Passeggiando non si può non essere colpiti dallo splendido loggiato neoclassico progettato nella seconda metà dell’Ottocento da Francesco Ranzi. Sul tetto svettano comignoli artistici, quattro statue raffiguranti le stagioni e cimase a fiamma, che conferiscono slancio alla struttura. Al primo piano, stanze affrescate con motivi geometrici e floreali, porte in stile impero e imponenti “stufe a olle” ricreano l’atmosfera ottocentesca originale. 
 il cornicione
Il loggiato è impreziosito da un cornicione con dipinto al centro lo stemma famigliare più antico con l'aquila nera che risalta su una fascia color porpora mentre sullo sfondo di un cielo azzurro due bimbi si tengono per mano. Si susseguono aperture a forma ovale con cornici in pietra e decori fogliacei ai lati. Anche il soffitto è finemente decorato con pitture di tipo geometrico.
le mappe

Antiche mappe catastali risalenti al periodo napoleonico (1814) ed asburgico (1860) sono testimoni affidabili della lunga storia della villa.

il giardino 

l'antica quiete del parco

La parte più romantica della villa è creata dalla contessa Marianna Sizzo nel 1823. Con grande gusto, progetta infatti il lussureggiante giardino che mescola lo stile romantico e quello italiano. Rilassandosi nella frescura del parco con alberi secolari, puoi raggiungere il belvedere. Da qui, soffermati ad ammirare l’ampia vista sulla valle dell’Adige e sulla città di Trento.  Osserva gli alberi: il cedro del Libano, l’acacia del Giappone e le palme, sono tutti di gusto romantico. 

statue
E fontaNE
Il giardino all'italiana è un luogo incantato. Si snoda lungo le siepi di bosso e i vialetti di ghiaia, la fontana circolare ed è disseminato di statue e fonti d’acqua. Le statue ritraggono tre figure della mitologia classica: Bacco, che si riallaccia alla coltivazione della vite, Diana, dea della caccia, importante per i raccolti e infine Venere, modello di bellezza. La scelta rispecchia le passioni e le vocazioni della famiglia.  Sedute in pietra ben posizionate invitano alla pausa ammirando il paesaggio.
romantico

È romantico lo chalet di montagna, la cui architettura ricalca le linee di uno chalet svizzero, come era di moda all’epoca. Il sottotetto è ornato con motivi tipici alpini che ricordano le case a graticcio, tipiche dell’Europa centrale. Le grandi vetrate luminose poste a sud-est ne facevano una serra invernale dove riporre le piante esotiche. Osserva gli alberi: il cedro del Libano, l’acacia del Giappone e le palme, sono tutti di gusto romantico. 

la CAPPELLA
Al piano terra, scendendo alcuni gradini,  si accede a una piccola cappella, con sacrestia. L’atmosfera è raccolta, con soffitto a botte, pavimento battuto alla veneziana, un altare di marmo con decorazioni geometriche policrome. Sulla parete, spicca un ovale in stucco con la figura di Pietro Antonio Perotti inginocchiato in preghiera.  
La facciata in stile '700, che unisce i vari edifici, risale all’inizio del ‘900.  Il portone d’ingresso è sorvegliato da una coppia di leoni in marmo e illuminato da due lanterne di ferro battuto.
l'ultimo periodo
il '900 
il restauro
Il recupero conservativo
Diversi restauri hanno riportato questa antica dimora all'originale splendore. Coniugando sapientemente antico e moderno, arte e design, negli anni si sono recuperati i pavimenti in battuto veneziano, le decorazioni delle pareti, le porte stile impero, le pavimentazioni in listoni di larice e in lastre di pietra, le formelle di cotto del loggiato.